
“Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso” – ELEANOR ROOSVELT
Sei in grado di darti un merito per il tuo valore e non per le azioni che fai?
Oggi trattiamo un argomento fondamentale per arrivare ad una consapevolezza più profonda di noi stesse; diventa poi indispensabile, quando iniziamo a capire i nostri pensieri ed il nostro potere personale, per poter svelare le dinamiche che mettiamo in atto: il tema della ricompensa e del premio.
Perché è così importante? Andiamo un pochino a ritroso: se ci fai caso, tutto inizia ad accadere da quando siamo bambine, perché i nostri genitori o educatori (nonni, insegnanti) hanno l’obiettivo anche di formarci e di renderci degli adulti responsabili, e, di conseguenza, ci trasmettono i loro valori, quello in cui credono, e fin qui tutto benissimo e giustissimo.
Ma guardiamo più in profondità e andiamo a vedere che cosa accade, quali dinamiche si instaurano.
Prova a pensare a quando si è stato insegnato che cosa è giusto e che cosa è sbagliato. Ti è stato insegnato e detto di fare la “brava bambina”, di comportarti in un certo modo, di rispettare gli altri; quindi una serie di regole utili per relazionarti agli altri e diventare responsabile. Ma andando più nello specifico, questo essere brave bambine quale rovescio della medaglia ha portato?
Esci dalla gabbia della brava bambina
Andiamo a vederlo insieme. Che cosa accade se fai la brava bambina, se ti comporti da brava persona (quella che dice sempre di sì, per intenderci)? Sicuramente otterrai il consenso del prossimo, riceverai anche la conferma del tuo valore e poi, in un certo senso, verrai anche ricompensata.
Mi voglio collegare di nuovo alla tua infanzia; da bambina, penso, ti sarà capitato di sentirti dire da un genitore “Se fai la brava ti compro questo giocattolo” oppure “Se fai tutti i compiti il prossimo weekend andiamo a fare una gita fuori porta” o ancora “Se stiamo solamente un’ora al parco poi ti compro il gelato”; quindi cosa avrai imparato? Se faccio quello che mi viene chiesto, ottengo in cambio una ricompensa, un piccolo premio.
E oggi che sei adulta, che cosa accade? Accade che, nel momento in cui assolvi un compito, che sia fatto per gli altri o per te stessa ma comunque un dovere, quindi, per esempio, hai affrontato una giornata di lavoro molto pesante, oppure hai fatto quel favore per un’amica, o ancora hai aiutato la tua famiglia in cose importanti, magari burocratiche, urgentissime e che solo tu potevo sistemare, ecco, ogni volta che fai queste cose si innesca subdolamente, come rovescio della medaglia, la necessità di ricompensarti, così come succedeva quando eri bambina.
A volte questo meccanismo scatta anche per le cose più piccole: hai fatto per una settimana la dieta? Allora adesso puoi ricompensarti con un bel gelato! O, come dicevo, parlando di lavoro o di situazioni relazionali, fai una cosa per un’amica, o per dare una mano ai colleghi? Quindi ti puoi, giustamente, comprare qualcosa che ti piace, anche spendendo in modo impulsivo.
Certo, non è sempre così diretta la dinamica, non si tratta di una specie di equazione; però, quando viviamo un momento più frustrante di un altro, tendiamo ad innescare queste dinamiche di compensazione, che servono a premiarci, in qualche modo.
Ho visto su me stessa e su tante clienti che cosa può accadere se queste dinamiche non vengono rese consapevoli: per esempio, si prendono delle abitudini alimentari sbagliate, come divorare qualcosa di dolce per calmare l’ansia; a me, invece, è anche successo di acquistare delle cose che non mi servivano, spesso libri (la mia libreria ne è una testimonianza); sono tutte situazioni che in momenti pesanti, che ci imponiamo di riuscire a gestire solo perché “si fa così” (ricordi la brava bambina? Lei non si lamenta!) e solo perché non vediamo una possibile alternativa, allora poi necessariamente siamo spinte a compensare con qualcos’altro, un premio, perché da bambine questo ci è stato insegnato. Si sopporta, non si fanno i capricci, e poi arriva un regalino.
Ma in realtà è davvero un premio, è davvero una ricompensa?
In un certo senso sì, ma semplicemente perché ancora una volta stiamo dando agli altri la responsabilità di riconoscere il nostro valore, e quindi rimane il bisogno della ricompensa per confermare che effettivamente sì, valiamo qualcosa; può essere un oggetto questa ricompensa, ma spesso è solo una rappresentazione di un nostro bisogno più profondo.
Prima ti ho fatto l’esempio del mio acquisto compulsivo di libri: per me poteva significare il bisogno di tempo, quindi metaforicamente comprarmi del tempo per poterli leggere, tempo che in quel periodo non avevo.
Oppure il gelato: dopo una settimana di costrizioni, di privazioni, dove ho esercitato il controllo per fare la brava bambina e seguire la dieta che mi dovrebbe portare a conformarmi a quello che vuole la società, cioè essere magra, ecco che a fine settimana mi ricompenso con un gelato, perché tanto, che cosa sarà mai?
Quindi quella che poteva essere una coccola, consapevole, slegata dalle azioni o dai doveri portati a termine, alla fine invece arriva sotto una forma sbagliata, appunto, di ricompensa. Ecco, questo è il rovescio della medaglia che va a pregiudicare quello che è il nostro valore personale.
Valore esterno vs. valore interno: cambiare punto di vista
Questo articolo è dedicato apposta a questo tema perché arrivava a capire consapevolmente quello che per noi può essere utile; come nel precedente articolo ti parlavo di saper dire di no, allo stesso modo ti sarà utilissimo portare alla tua attenzione e rendere consapevoli le tue scelte, capire se sono fatte per appagare le aspettative altrui o se sono fatte per appagare te stessa.
E quando appagano te stessa, perché lo fanno? Lo fanno perché ti sei privata finora di qualcosa o perché ti stai dando realmente valore?
Adesso andiamo a vedere nello specifico che cosa intendo dire.
Se finora abbiamo inteso il nostro valore come esterno e non interno, quindi se non viene da noi stesse, ma proviene dagli altri e dalle situazioni in cui ci troviamo, allora quello che possiamo fare è cambiare il nostro mindset, cioè cambiare semplicemente la nostra modalità di pensiero.
Ovviamente non è una cosa meccanica che può avvenire solo schioccando le dita, e di colpo diventiamo bravissime e non ci interessa più quello che dicono gli altri.
Ovviamente non è così! Però posso cominciare a stimolare la mia mente con un altro modo di vedere le cose, quindi con un’altra prospettiva che magari può aiutarmi, giorno dopo giorno, a cambiare quel pensiero, quella modalità, e quindi a non sentire più il bisogno di appagare le aspettative altrui, ma appagare finalmente noi stesse.
3 consigli per cambiare
Per cominciare a trasformarti, ti do 3 consigli specifici.
Il primo è riconoscere il tuo valore. Prenditi cura di quello che sei, con delle azioni o situazioni che ti fanno stare bene; e questo non significa che non esisteranno più doveri nella tua vita, quelli ci saranno sempre; ma per quanto tu possa avere una vita ricca di responsabilità, non avrai più l’esigenza di doverti ricompensare per quello che stai facendo, perché il poterti prendere cura di te stessa e fare delle piccole azioni che ti nutrono e che riconoscono il valore che senti di avere, ti porta a vivere la quotidianità in modo completamente diverso, con più soddisfazione e leggerezza, con un’altra energia; e questo ti darà il carburante per poter andare avanti e poter affrontare anche situazioni più complesse e difficili, senza sentirti costretta in una gabbia da cui non sai come uscire.
Ricordati che tu hai sempre il potere di scelta, quindi, nel momento in cui ti trovi davanti alle difficoltà, hai sempre la possibilità di scegliere in che modo reagire ed è questa la chiave che fa la differenza; sarai in grado di affrontare le avversità o le tue responsabilità con un’energia diversa, proprio perché ti sei allenata prima a darti valore.
Il secondo consiglio è quello della compassione: sii consapevole e compassionevole nei tuoi confronti anche e soprattutto quando sbagli; immagina che la tua migliore amica faccia un errore, anche molto grosso; in qualche modo cercherai di capirla, perché sei compassionevole con lei; cercherai di capire il perché ha sbagliato e in che modo puoi esserle d’aiuto, perché comunque gli errori fanno parte finita della nostra umanità, siamo esseri umani e come tali sbagliamo.
Quindi allo stesso modo trattati come tu fossi la tua migliore amica e nel momento in cui fai un’azione che non soddisfa le aspettative che avevi, guardala in una prospettiva diversa e di’ a te stessa “ok, va bene così”, cerca di lasciar andare e accogliere quello che arriva, esercitando la compassione per te stessa.
Il terzo consiglio è quello di cercare di capire come ti senti.
Questo punto lo dico molto spesso, perché penso che tutto passi dal nostro sentire, e che anche una nostra consapevolezza comunque arrivi in modo più chiaro nel momento in cui ci fermiamo ad ascoltarci.
Ecco perché in questo caso ti dico proprio di concentrarti sul tuo sentire: se noi colleghiamo la nostra mente con il nostro corpo riusciamo ad avere un quadro generale molto più completo e soprattutto riusciamo ad amarci per quello che siamo, nella nostra totalità, senza giudizio ma con compassione.
Quindi, come ti fa sentire quella determinata scelta o quell’azione che stai compiendo? Perché è da lì che arriva il tuo essere compassionevole e dire ok, sto facendo questa azione per me stessa, perché mi voglio bene e mi prendo cura di me.
Anche se questo non ti sembra una cosa da molto, fa tantissima differenza, perché se cominci a realizzare che tante delle scelte che fai, sono fatte per compiacere gli altri, cominci a vivere una vita più autentica e cominci a riconoscere che tante cose possono anche essere lasciate andare; puoi dire più no, puoi vivere una vita più in linea con le TUE aspettative e nel modo in cui TU vuoi viverla, visto che la vita è una sola e scorre talmente veloce che non ce ne rendiamo conto.
Cerchiamo di conquistare, partendo anche dalle piccole cose, quello che noi vogliamo raggiungere, per il tipo di vita che noi scegliamo di vivere.
Quindi, come i nostri genitori ci hanno insegnato dei valori, allo stesso modo scegli quali valori portare avanti, quelli che vanno bene per te e che dentro di te hai rinforzato anno dopo anno, come se fossero un piccolo muro fatto di tanti mattoncini che creano però la tua struttura; ed è quella struttura che regge la tua vita; quindi, se è una struttura solida sarà una vita solida e fantastica, se invece cominciano a esserci delle falle e dei buchi, o comunque non è una costruzione fatta a regola d’arte , arriverà, un giorno (magari è già arrivato, se mi stai leggendo) il momento in cui crolla tutto e non ci sarà nessuno che ti darà una mano a costruire di nuovo quel muro, se non te stessa.
Parti da te, scegli te.
Bene, anche per oggi è tutto, ti invito a seguirmi su Instagram se vuoi parlarne, sarò felice di risponderti!