Come liberarti del giudizio in tre mosse

“Io sono l’amore. Tutto in me e fuori di me è amore. Oggi scelgo di ripetere questo, crederci e impegnarmi in questo. Io sono l’amore. Qualsiasi altra cosa che ho scelto di credere è una falsa prova che appare reale. Quello che scelgo di vedere come reale oggi è amore e solo amore. Io sono l’amore.”GABBY BERNSTEIN

Sei mai riuscita a liberarti dal giudizio altrui?

Parliamo ancora una volta del giudizio perché è una delle tematiche più importanti, soprattutto quando ci troviamo a relazionarci con gli altri e a finire spesso vittime di questi giudizi, che ci fanno sentire piccole piccole e non ci danno l’opportunità di esprimerci al meglio, secondo quello che siamo veramente, quindi secondo la nostra autenticità.

Lascia che ti dica che i giudizi altro non sono che delle convinzioni limitanti, che nel bene o nel male un po’ tutti abbiamo, e li esprimiamo secondo quelli che sono anche i nostri filtri percettivi con gli altri; però questo, per quanto ognuna di noi possa avere un proprio giudizio su una determinata situazione o su determinati comportamenti altrui, non significa che dobbiamo finirne vittime; anche perché la nostra vita dobbiamo viverla come protagoniste!

Il peso del giudizio altrui

Proprio per questo ho deciso di parlarne in questo articolo, per discutere meglio innanzitutto del modo in cui vediamo il giudizio degli altri, e poi per capire come liberarcene ovviamente! Perché è sempre molto difficile riuscire ad andare avanti e portare anche le nostre convinzioni nel mondo, se ci sentiamo schiacciate dal peso di quello che è il pensiero degli altri.

Ognuno di noi ha un punto di vista e questa è la parte bella, ovviamente, del nostro essere indipendenti, essere delle persone pensanti con una propria testa, un proprio cervello e ovviamente un proprio pensiero critico.

Ma questo pensiero critico molto spesso si trasforma in un giudizio sugli altri, giudizio che spesso ferisce più di quanto si pensi o si possa immaginare. Sappiamo tutte che a volte non si ha l’intenzione di ferire; però quella nostra convinzione, quel nostro modo di vedere il mondo, porta a vivere male con gli altri: perché se non si rientra in una certa scala di ideali,  automaticamente si farà fatica a percepire il proprio valore, soprattutto se non si è lavorato sulla propria consapevolezza abbastanza da rimanere ferme sulle proprie convinzioni.

E infatti pensa solo a quanti stereotipi ci sono in giro, legati anche solo al peso, alla fisicità: dobbiamo rientrare tutti in uno standard, quindi ognuna di noi si sentirà in qualche modo responsabile delle proprie caratteristiche fisiche; spesso ci addossiamo anche una colpa che non abbiamo, perché non rientriamo in determinate misure, in un determinato peso, non abbiamo quelle qualità che risultano belle agli occhi degli altri (e certo non è una colpa!).

Pensiamo anche un po’ alle mode: dalle bionde alle more, dalle taglie 40 ad una certa varietà; però c’è sempre dietro un’immagine ideale, e la percepiamo chiaramente in TV, sulle riviste, sui quotidiani, su internet: si vede veramente ovunque. E 9 volte su 10 questa immagine ideale è tutto ciò che noi non siamo, o almeno, così pensiamo: perché poi spesso riusciamo a vedere solo quello che ci manca e non quello che in realtà abbiamo.

Qui il giudizio diventa pressante: non tanto e non solo per quello che ci viene detto, ma anche per quello che vediamo noi stesse; non ci viene detto esplicitamente, ma ci sentiamo diverseinadeguate, e questo giudizio solo suggerito, insinuato, detto a mezza voce, ci arriva addosso come se fosse una valanga gigantesca.

Stereotipo o ideale? Capiamo la differenza

Quindi cerchiamo di capire qual è la differenza tra uno stereotipo e un ideale (a cui tendiamo): se teniamo l’esempio delle aspettative e di quello che vediamo nella società, possiamo interpretare come uno stereotipo quello della donna bella: uguale a donna magra, donna alta, donna con certe caratteristiche.

Mentre invece l’ideale è qualcosa a cui tendiamo, che ci si pone davanti come modello positivo, ma che si discosta da quello che pensano gli altri; può corrispondere in alcune cose, ma non deve essere assolutamente la regola seguire quello che vediamo intorno a noi.

L’ideale deve essere anche sostenibile per noi: facciamo un esempio pratico. Se il mio ideale è diventare alta un metro e ottanta, mentre sono alta un metro e cinquantotto, capirai anche tu che mi sarà molto difficile raggiungere anche solo l’anticamera di quell’ideale, perché non ci sarà alcuna azione al mondo che mi permetterà di diventare alta 1 metro e 80.

Gli ideali possono essere usati anche e soprattutto come motore energetico per seguire dei sogni, anche quelli più ambiziosi: ci permettono di seguire una strada e ci danno una direzione verso cui tendere per raggiungere i nostri obiettivi; l’ideale non è però una regola ferrea, non deve essere una cosa scolpita nella pietra: come sarà, alla fine, tagliare il traguardo non lo possiamo sapere a priori, possiamo averne un’idea, certo; ma non lo sapremo mai esattamente fin quando non avremmo raggiunto l’obiettivo.

E quando lo avremo raggiunto possiamo scegliere di provare gratitudine per la strada che abbiamo fatto, anziché giudicarci, come ci succede spesso; perché poi si innesca un circolo vizioso, per cui il giudizio esterno equivale al giudizio interno, e diventa una dinamica automatica: sono abituata a ricevere giudizi perché non mi sento abbastanza, non mi sento adeguata secondo gli standard di altri, e automaticamente giudico me stessa.

Tre consigli da mettere in pratica subito

Quindi cosa possiamo fare per esprimersi al meglio seguendo quello che è il nostro io autentico e quindi esprimendoci secondo le regole nostre?

Lo vediamo in tre punti.

Per sentirsi bene con sé stesse la prima regola fondamentale è capire perché quell’obiettivo è importante per noi.

Non so se ti è nota la famosa Fear of Missing Out, la paura di perderci qualcosa. Ecco molto spesso noi ci sentiamo schiacciate in un turbinio di situazioni, dove si rincorrono frasi sentite in famiglia, o dagli amici: “Certi treni passano una volta sola nella vita”, oppure “Non puoi perderti quell’occasione, quando ti ricapita?” “Ogni lasciata è persa” e tanti altri luoghi comuni che ci fanno pressione per agire; questi giudizi, luoghi comuni, aspettative altrui ci pesano e ci fanno vivere costantemente nell’ansia, e quindi diciamo sì a tutto, ci buttiamo a capofitto nelle situazioni senza pensare se possono fare o meno al caso nostro (ti è capitato?).

Consiglio numero 1 – Fermati e ascoltati (altrimenti detto: i treni passano anche due volte)

E quindi, come puoi fare? Spesso, semplicemente poterti fermare un momento e ascoltarti, per capire se quella cosa fa al caso tuo e se è importante per te, ti aiuta anche a fare una distinzione sull’opportunità che sta arrivando: lo è davvero, o è meglio, per te, lasciarlo passare questo treno?  Datti il permesso, e il coraggio, di capire che magari questa volta proprio no, questo treno non fa per me; è un grande talento saper riconoscere quello che fa al caso nostro oppure no, e va coltivato.

Quindi prova proprio a chiederti che cosa di quella situazione è importante, che cosa quella specifica opportunità può portarti.

Consiglio numero 2 – Quale valore aggiunto dà alla tua vita?

Il secondo consiglio è quello di capire che valore aggiunto può dare alla tua vita, dove per valore aggiunto si intende semplicemente che risponde alle tue esigenze e al tuo idealealla vita che vuoi vivere; solo in questo caso  allora può essere un’ottima opportunità e potrai scegliere di coglierla, con fiducia e apertura. Ma altrimenti, se così non fosse, va benissimo ancora una volta dire no grazie, lascio andare, perché non fa per me. Chiederti quale valore aggiunto può dare alla tua vita, ti permette di capire anche di quali valori hai bisogno: e magari, chissà, per una sorta di legge d’attrazione, ti si presenteranno proprio quelle cose di cui adesso senti il bisogno, e lascerai, serenamente e consapevolmente, andare il resto.

Consiglio numero 3 – Come ti fa sentire dire di sì?

Il terzo consiglio: ancora una volta, domandati come ti fa sentire dire sì a quella situazione; questo semplice movimento verso l’interno di te stessa, ti  permette di distaccarti un po’ dal giudizio altrui, perché se quella scelta non sarà in linea con  le aspettative degli altri, poco importa: a te fa stare bene! E quella sensazione di benessere ti darà un’energia incredibile nel portare avanti quello che ti piace e nel dimenticarti di quello che penano gli altri.

Funziona proprio come creare una bolla: una bolla di consapevolezza che all’interno dà un’energia incredibile, e dal di fuori non fa arrivare niente, nessuna onda nociva, nessuna parola che può ferirci; tutto ciò che ci viene detto in qualche modo scivola via, proprio perché questa bolla ci va a proteggere da tutto questo; e penso sia fondamentale, perché è una prospettiva che ci permette di vivere più serenamente e di non preoccuparci più se non riusciamo ad accontentare tutti.

Questa è una modalità che ti permette di discostarti dal modo di vivere di un’altra persona e allo stesso tempo di non sentirti più “spinta”, in qualche modo, a giudicare te stessa e gli altri, perché non ti interesserà più giudicarle, ma invece avere rapporti con quelle persone. Ma, alla fine dei conti, il giudizio fondamentale che a te, a noi, interessa, è quello rivolto verso noi stesse e che soprattutto arriva da noi.

Se hai trovato utili questi consigli e soprattutto se li metterei in pratica fammelo sapere su Instagram, ti risponderò volentieri!

Anche per oggi è tutto: ti ringrazio di avermi seguita e ti aspetto la prossima settimana.

Ricordati sempre che stai facendo un ottimo lavoro, continua così! Ti mando un grande abbraccio.

Jessica Pellegrino

COACH TO EMPOWER WOMEN

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